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Il volume presenta oltre cinquanta opere di Renato Guttuso (Bagheria, 1911-Roma, 1987), il maggiore esponente del Realismo in pittura, nonché personalità tra le più autorevoli dell'arte del secondo dopoguerra. Profondamente coinvolto nel clima sociale e politico del suo tempo, Guttuso sceglie una figurazione che da un lato recuperi l'identità primaria della pittura, ovvero la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall'altro sia lo specchio di un rapporto criticamente attivo con la storia: più lucidamente di altri, egli avverte infatti che l'impasse primaria delle arti del Novecento è l'aver mitizzato la propria disciplina, il proprio irrelato sistema di valori, come mondo a parte. Il Realismo da lui perseguito non è quindi una scelta retorica e celebrativa, bensì interpretazione autorevole del proprio tempo, la possibilità concreta di una nuova epica. La pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto, al nudo, fondendo registri diversi - dall'amore per il Rinascimento all'umore popolaresco, dai grandi cicli affrescati dell'antico all'attualissimo muralismo messicano, dall'evidenza oggettiva delle cose all'allegoria - in una sintesi formale originale e moderna, di grande potenza comunicativa.